“Mi fido di te”: dieci copie, una per ogni componente del team di BlaBlaCar, pronte sul tavolo in attesa di un autografo. Gea Scancarello, autrice del libro che parla di sharing, giornalista per importanti testate italiane e internazionali e docente di sociologia alla Bocconi è venuta a trovarci nei nostri uffici e noi ne abbiamo approfittato per farle qualche domanda. Ecco che cosa le abbiamo chiesto.
Innanzitutto, che cos’è che le piace tanto della condivisione?
“Il fatto che riesca a tirare fuori qualcosa da tutti, qualcosa di buono naturalmente, e che il meccanismo che si innesca è paragonabile a quello di una miccia che accende un grande fuoco” ci risponde con naturalezza.
E precisa che il fuoco è quello della fiducia nel prossimo, che però è ben diverso da un atto di fede. Questo bisogna ricordarlo e Gea lo sottolinea.
Ma qual è dunque la chiave di volta che ci permette di fidarci davvero delle persone con cui, per esempio, condividiamo l’auto?
Il feedback.
Anticorpo del sistema secondo Gea, il feedback l’ha portata a fidarsi di centinaia di persone e a salire su centinaia di auto. E ci racconta di quella volta che, dopo un paio di ore di viaggio insieme, non le è neanche passato per l’anticamera del cervello di chiudere la macchina e di chiedere ai suoi compagni di viaggio di scendere dall’auto alla prima sosta in Autogrill…
Per chi esita ancora ad iscriversi al servizio, oppure è iscritto ma non si decide a fare il primo viaggio, Gea consiglia di iniziare con un amico: in due si scoprirà sulla propria pelle che il timore era infondato, l’imbarazzo non esiste e che una volta che si inizia…non ci si ferma più :)
“E, oltre la macchina, che cosa condividi?” le abbiamo chiesto. “Auto, motorino, casa, trapano, vecchio cellulare, PC… Per non parlare delle mie competenze, come la conoscenza di inglese e spagnolo, che uso spesso per fare traduzioni in cambio di quello di cui ho bisogno! –ci risponde entusiasta – Fantascienza? No, sono semplicemente iscritta a Timerepublik [prima Banca del Tempo mondiale, ndr]!
La cosa bella, divertente e costruttiva è che ogni utente della community fa la propria parte e questo permette di allargare la carica propulsiva e quindi la potenza di impatto dell’idea in sé.
Inoltre il contatto umano, così come lo scambio (materiale o immateriale che sia) di esperienze, informazioni o materiali tra le persone che hanno condiviso anche solo per poche ore un pezzo della loro vita “produce belle cose”, rappresenta cioè secondo Gea un’opportunità di crescita da non lasciarsi sfuggire, la cui componente pedagogica è senza dubbio importante.
Certo, bisogna essere ben disposti di carattere per entrare in una di queste ormai tanto citate community di sharing, come BlaBlaCar, ma quello di cui Gea è convinta è che se solo ci provi una volta ti rendi conto di quanto un’esperienza condivisa possa regalare. Stiamo parlando di una scelta valoriale. Che chiamare innovazione potrebbe anche suonare riduttivo.
Grazie Gea, ci ha fatto piacere conoscerti!