Che cosa è Storie di Viaggio?
Un premio rivolto agli autori di opere inedite incentrate sul tema del viaggio condiviso, inteso come percorso, esperienza, conoscenza e condivisione di nuove realtà, nuove culture, nuovi profumi e nuove aspettative, insieme ad uno o più compagni. I migliori elaborati, pubblicati sui siti BlaBlaCar.it e LaStampa.it, sono stati raccolti all’interno di un e-book «BlaBlaCar Storie di Viaggio». Due sono state le categorie del premio:
- Tweet di viaggio – tweet di 140 caratteri con la descrizione del viaggio contenente l’hashtag #BlaBlaStorie.
- Racconti di viaggio – racconto di viaggio
La premiazione si è tenuta presso la sede de “La Stampa” a Torino con viaggio offerto da BlaBlaCar!
Gli autori delle opere hanno ricevuto la Torino+ Piemonte Card, messa a disposizione da Turismo Torino e Provincia, con accesso gratuito a location culturali e servizi turistici, usufruendo di numerosi sconti su attività per il tempo libero. Grazie alla collaborazione tra BlaBlaCar e Viaggi Verdi, hanno potuto trascorrere un fine settimana in alcune delle più belle strutture ricettive ecofriendly piemontesi.
RACCONTI DI VIAGGIO
1° classificato: Dania Dibitonto
Sono nata vicino a Roma, ho 28 anni e una laurea in Letteratura italiana. “Storie di viaggio” coniuga la mia passione per la scrittura con quella per i viaggi. Scrivere e viaggiare sono esattamente le due cose che vorrei continuare a fare per tutta la vita. Confesso di aver conosciuto BlaBlaCar solo grazie a questo concorso. Presto passerò dall’immaginazione del mio racconto alla realtà: utilizzerò il car pooling per la prima volta per andare a Torino. L’idea di fare finalmente questa esperienza mi emoziona, e spero che possa trasformarsi in un altro racconto.
Solo un passaggio
«Mi dai un passaggio fino a Genova?». Resto con la tazzina del caffè a mezz’aria, appoggiato al bancone del bar, mentre fuori il benzinaio mi sta facendo il pieno. Ci guardiamo per qualche secondo, e immagino che ora tocchi a me dire qualcosa. «Ci passi da Genova per andare in Francia, no? A me serve solo un passaggio.» La barista mi guarda sorridendo, come se la sapesse molto lunga. Me lo fa sempre lei il caffè, da un anno tutti i mesi, ogni volta che lascio Firenze per venire da te. «Se ci passi, stacco adesso…» Sale in macchina e io ancora non ho detto una parola. La accetto o la subisco, non riesco a distinguere. «Si può fumare qui dentro?» Rolla due sigarette e ce le fumiamo insieme. È così lunga che sembra non starci tutta intera nel sedile davanti. Se non dovessi guidare fisserei il suo profilo. È perfetto, sembra disegnato. Non come il mio, che… «Mettiamo un po’ di musica?» Si mette a rovistare fra i miei cd. «Di tutta questa roba si salva solo Bob Marley…» Inizia a canticchiare e a muoversi dentro la cintura di sicurezza, mentre fuori comincia a piovere forte, e dentro c’è una nebbia al tabacco che sfuma i contorni delle cose e mi pesa sulla testa.
«Com’è?»
«Chi?»
«La tua ragazza.»
«Forse non è più la mia ragazza».
Asfalto, grigio, pioggia, campi di girasole e nuvole giganti. Tutto scorre veloce mentre Genova si avvicina e fra poco su quel sedile ci sarà di nuovo solo il tuo fantasma. Per adesso devi dividerlo con Gaia. «Anch’io viaggio per amore. Faccio una sorpresa al mio fidanzato. Ti assomiglia un po’, sai.» La luminosità del suo sorriso che intravedo di lato mentre guido squarcia il velo di nebbia delle mille sigarette che ci stiamo fumando. È finito il tabacco.
«E tu che ci fai in un autogrill?»
«Facevo la modella prima.»
«Si vede…»
«Preferisco fare caffè.»
Ride forte quando parlo troppo toscano, dice che non mi capisce, ma non è vero, lo fa apposta a esagerare. Con te davvero ci abbiamo messo un paio d’anni a capirci, ma adesso io insegno francese e tu canti allo stadio per la Fiorentina. «Dividiamo le spese?» Si allunga a darmi un bacio sulla guancia, mentre metà del suo lungo corpo di sirena è già fuori dalla macchina. Chiude lo sportello piano e sparisce verso il porto. Stringo fra le mani venti euro e il bigliettino col suo numero di telefono. Scendo a respirare l’aria di mare che respiro quando sono con te, la cerco ovunque quando tu non ci sei. Rimango un po’ qui ad aspettare prima di ripartire. Magari viene qualcun altro a chiedermi un passaggio.
2° classificato: Werner Travagliati
Sono un adulto con gli occhi di bambino. Viaggio alla ricerca del viaggio, con Blablacar scopro i viaggiatori ed i loro orizzonti. Le lingue, le culture, le diversità e il mondo sono le mie passioni. Quello che mi spinge a scegliere modi alternativi di viaggiare ed incontrare. In tutto questo risparmio dei quattrini che non ho e mi convinco sempre più che le cose migliori non si possono comprare.
Viaggiare viaggiando
Il sole è brillante, l’asfalto bollente. Fine luglio milanese caldo e afoso.
L’utilitaria bianca sbuca dall’angolo in fondo alla via. Scendono, ci presentiamo, ripartiamo. Christine è una italo-francese sui cinquanta. Rilassata e paciosa con un sorriso largo ed accogliente. Helen è tedesca, 27 anni, slanciata, il viso delicato ed armonioso incornicia il profondo blu degli occhi grandi. Vive in Cina ed è fidanzata con un italiano di origine pakistana. Adoro la diversità e sono già innamorato di questa donna minuta che vive e si divide fra due continenti lontani di chilometri e passioni.
La lingua franca è l’inglese. Christine riposa sul sedile posteriore. Sono curioso e mi tuffo nella voglia di raccontare. Dentro la piccola utilitaria vedo la Cina. Dipinta e tratteggiata sul parabrezza, scolpita nel cielo, disegnata nei riflessi dello specchietto retrovisore.
Helen lavora come ricercatrice all’università di Shanghai. Dipartimento di sociologia. Sono a Shanghai ed il traffico assassino e spregiudicato vortica, puzza e mi fa girar la testa. Investe un poveraccio in bici e dopo averlo insultato sgomma e sfreccia via. Ecco vedi l’arricchito, l’eroe del miracolo economico che sputa sulla vita. Siamo in riva al lago. Sta affogando e nessuno l’aiuta. Un peruviano si butta. Gli altri no. Penserebbero che è colpa tua se l’aiuti, non lo fare. Il lago immaginario davanti a me si ghiaccia come il mio cuore pensando alla tragedia culturale che si portano appresso. Dentro l’autobus affollato l’umanità è rumorosa e nessuno si cura di non recar danno, disturbo o fastidio. Faccio quello che mi pare, sembra urlare il ragazzo vestito alla moda con lo smart-phone super moderno segno distintivo da cittadino della grande metropoli, dove la bocca sta nascosta sotto la mascherina. Sempre. Non si può vivere a Shanghai se non hai la mascherina. L’aria è talmente inquinata da oscurare il cielo. Non ci si abbronza. A Shanghai non c’è il sole. È coperto dallo smog. Incredulo. Ti prego ora raccontami qualcosa di bello dell’immensa Cina. Le parole cadono lentamente come granelli di sabbia dentro ad una clessidra di curiosità. Paesaggi lontani sono un’immensa cartolina di colori e sfumature, suoni ed odori che passano e svaniscono. Gli occhi curiosi e luccicanti di questa mia compagna di viaggio lasciano intravedere il suo mondo, mentre mi racconta e si racconta lievito ed esco dalla scatoletta su ruote per volare sopra i cieli sconfinati della Cina. Mi metto la mascherina anti-smog e soffro del rumore del traffico asfissiante ma un attimo dopo sto ammirando il paesaggio ad acquarello in riva al lago, colorato dallo sbocciare dei mille fiori e profumi. Sono in un ingorgo di auto puzzolenti trasformato in un oasi di meraviglia con il viaggiare del cuore e della mente. Quando arriviamo mi spiace salutare le compagne del viaggio di un giorno. Grazie. Abbi cura di te. Un abbraccio di sconosciuti. Un momento di disinteressata, nuda, umanità.
3°classificato: Gladiola Mocka
Sono Gladiola Mocka nata il 1 febbraio del 1990 a Valona, in Albania. Sono arrivata in Italia all’età di sei anni con mia madre e mia sorella. Una volta raggiunto il papà a Pescasseroli ( AQ) ci siamo poi trasferiti nel 2000 a Modugno ( BA). Ho conseguito il diploma presso un liceo socio-psico pedagogico. Prossima alla laurea, sono attualmente iscritta all’università degli studi di Bari Aldo Moro con un corso di studi in scienze della comunicazione. La passione per la scrittura mi accompagna da sempre, una passione che mi ha portata alla collaborazione con la testata giornalistica “ BariSudOvest” periodico on-line sul quale pubblico da circa 1 anno articoli di cronaca, eventi culturali e sociali riguardanti il mio paese. Ho scoperto BlaBlaCar grazie a questo concorso riscontrando commenti entusiasmanti da parte di amici e conoscenti, l’occasione farà in modo che possa sperimentare personalmente una nuova storia di viaggio, questa volta a bordo di una BlaBla mobile.
“Con gli occhi di una bambina…”
Vi racconto la storia di un “ viaggio sognato”. Badate bene però, non sto parlando di quei viaggi tanto desiderati per i quali metti da parte tutti i tuoi risparmi. No, il mio viaggio è un sogno. Se chiudo per un attimo gli occhi riesco solo a ricordare immagini sfocate, luoghi e persone che cambiano improvvisamente, situazioni che si spostano da un episodio ad un altro senza un apparente nesso logico. Desiderosa dunque di capire se quelle immagini erano solo frutto della mia fantasia, ho chiesto alla mia mamma: “Mamma perché ricordo che da bambina correvo scalza tra la sterpaglia? E per quale strana ragione tu, Ana di soli due anni ed io che ne avevo appena sei, eravamo chiuse in una cella?” No, non era un sogno. Se lo fosse stato ora io non sarei qui, davanti al mio computer a scrivere di questa storia. Probabilmente sarei sposata con uomo conosciuto appena una settimana prima, magari con un matrimonio combinato (come spesso accade dalle mie parti) e anzichè battere la tastiera del mio computer sarei stata intenta ad allattare i miei figli, nulla di strano per una ragazza di soli ventitre anni. Eppure per mia fortuna o sfortuna ( non saprei quale sorte prediligere) la storia è andata diversamente.
Questo è il viaggio del mio super papà chiuso in un barile. Sì, ho scritto proprio barile, uno di quei grossi contenitori cilindrici creati per trasportare prodotti allo stato liquido e non di certo uomini che remano a tutta forza nel bel mezzo del mar Adriatico. Fortuna ha voluto che quel barile è stato poi ritrovato da un peschereccio che ha offerto cibo e acqua a questi uomini impavidi.
Questa è la storia della mia coraggiosa mamma che sola con due bambine a carico, ha lasciato le coste balcaniche con un visto per raggiungere suo marito nel “ Bel Paese”. Sfortuna però che quel visto era falso e dunque, quella nave una volta arrivata in Italia, ci ha portate in Grecia. Quindi sole, senza più soldi ( poichè derubate) ci siamo ritrovate chiuse in una cella. A farci compagnia solo un delizioso croissant che ci avevano generosamente offerto e che ho ceduto alla mia sorellina che piangeva per la fame. Ora questa storia viene spesso usata per ricattare la mia dolce sorellina quando ad esempio desidera indossare una delle mie gonne: “ Sai Ana quando io avevo solo sei anni nonostante la tanta fame, ti ho ceduto il mio croissant, dunque te la puoi scordare adesso la mia gonna!” Ma questa è sola una parte del mio viaggio verso la tanto sognata Italia, paragonabile quasi al sogno americano. Eppure, dopo il visto falso e il nuovo viaggio a bordo di un piccolo scafo sul quale ho perso le scarpette che immaginavo quando chiudevo gli occhi. Dopo i primi anni di sacrifici, di stenti, posso dire che il mio viaggio, seppure sfocato dai pochi ricordi, mi ha portato a fare ciò che più amo: scrivere.
È con gli occhi di una bambina che ricordo il mio viaggio come un sogno, è con gli occhi di una donna che ora posso sognare qualsiasi viaggio.
TWEET DI VIAGGIO
1° classificato: Antonio Serra
Mi chiamo Antonio Serra. Ho circa cinquant’anni (più di 50). Sono nato in Sardegna a Cagliari in un giorno d’agosto, fuori dalla pancia di mamma la temperatura era di quarantadue gradi. Sono diviso tra due mondi, quello reale e quello virtuale. Nel mondo reale la mia casa si trova a Milano dove vivo con quattro femmine. Di professione faccio il manager informatico, mi occupo di vendite in ambito cloud. Per lavoro viaggio molto in auto da solo (purtroppo), le nostre policy non ci permettono di avere a bordo passeggeri estranei all’azienda. Cosa che invece mi piacerebbe molto. Viaggio anche per passione (Asia Africa Europa), sono un subacqueo, canto, ho fatto alcune cosette in teatro, una piccola parte in un film, scribacchio mini racconti o soltanto pensieri liberi con lo pseudonimo di Antony Greenhouse oppure Antony Grinaus. Leggo, sono naturalmente curioso. Nella dimensione virtuale, navigo da un porto all’altro cercando di conoscere tanta gente, ogni tipo di persona, “ascoltando” ogni genere di dialogo. Non ho pregiudizi per nessuno. Osservo, ascolto, io sono lì appollaiato sul filo della rete che scruto quello che passa.
#BlaBlaStorie Le porte si aprono,fuori una leggera pioggia. E’ arrivata la tua fermata, avrei voluto essere io la tua fermata.
— antonio serra (@Green1059) 2 agosto 2013
2°classificato: Claudio Cimmelli
Ho 27 anni, sono nato e cresciuto a Napoli, da 3 anni vivo a Roma dove lavoro come consulente informatico.
Almeno due volte al mese approfitto del weekend per tornare nella mia Napoli, quasi sempre approfittando degli annunci di BlaBlaCar, grazie ai quali riesco sempre a trovare almeno un compagno di viaggio. Grazie alle esperienze di viaggio condiviso ho anche conosciuto tantissimi fuori sede come me, con alcuni dei quali ho anche stretto delle vere e proprie amicizie.
Adriano e Luigi, attivista no global e agente di polizia, volevano soltanto rientrare a casa spendendo poco. #BlaBlaStorie
— Claudio Cimmelli (@claudio_cim) 10 settembre 2013
3° classificato: Giovanni Ruggiero
Sono Giovanni Ruggiero, ho 30 anni e faccio il giornalista. Dallo scorso anno frequento l’Ifg di Urbino, una storica scuola di giornalismo che mi sta permettendo di fare il praticantato. Sono nato a Mola di Bari in Puglia e cerco di tornare a casa almeno ogni 15 giorni. Se dovessi affrontare le intere spese di viaggio da solo, non tornerei mai. BlaBlaCar mi ha aperto un mondo: offro passaggi, conosco ragazzi e ragazze con esperienze di vita curiosi e interessanti. Se fossi un bravo scrittore, li catturerei tutti in tanti racconti. Sarà per questo che preferisco scrivere tweet.
In auto uno stagista, un precario, un’architetto non pagato. Il conducente con l’indeterminato: lo fissiamo come un panda #BlaBlaStorie
— Giovanni Ruggiero (@juan_r) 28 ottobre 2013