Aiutiamo l’Ucraina 💙💛 Una conversazione con un ucraino sulla sua vita con una protesi

Un viaggio che fa parte della collaborazione tra BlaBlaCar e la ONG ucraina Superhumans Center

Come già sai, abbiamo unito le forze con Superhumans Center per raccogliere fondi destinati alle protesi per gli ucraini feriti in guerra. La community di BlaBlaCar si è unita alla raccolta da 16 Paesi diversi. Insieme abbiamo raggiunto la cifra di 60.000 €, ma non ci fermiamo.

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Recentemente, abbiamo invitato l’influencer ucraina Olya e il coraggioso veterano Sasha a unirsi a noi in un viaggio condiviso. Sasha ci ha raccontato della sua nuova vita con le protesi e dei momenti psicologicamente più difficili e ha condiviso con noi i suoi piani per il futuro. Abbiamo registrato i momenti più interessanti della conversazione e ora li vogliamo condividere con te.

Insieme a te, stiamo aiutando tante persone come Sasha. Puoi unirti alla raccolta per le protesi per gli ucraini seguendo il link. 🦾🇺🇦

Olya: “Sasha, tu emani tanta allegria e sicurezza. Pensi di essere riuscito a tornare alla vita che avevi prima dell’incidente e delle protesi, oppure hai accettato i cambiamenti e hai dovuto ricominciare da zero?”

Sasha: “È difficile rispondere. In parte sembra che la mia vita non sia cambiata così drasticamente, ma, allo stesso tempo, è cambiato tantissimo. Ora devo pensare a molte più cose. Ad esempio, prima di iniziare un viaggio devo assicurarmi di avere tutto il necessario per me e per le protesi. Devo sempre portarmi una borsa con dei prodotti speciali per il piede, calze extra e disinfettante per pulire la protesi. E devo avere sempre con me una panca di trasferimento. All’inizio è stato difficile, ma ora mi sono abituato.

Olya: “Capisco, ci vuole tempo per abituarsi ai cambiamenti. Sicuramente ci sono stati dei periodi in cui non è stato facile accettare la nuova realtà e a imparare a conviverci. Puoi dirci qual è stata la parte più difficile da quando hai iniziato a portare le protesi?”

Sasha: “Fisicamente è stato proprio difficile. Dopotutto, le mie gambe si erano appena riprese dall’intervento e non si erano ancora abituate alla pressione delle protesi. Indosso una fascia contenitiva, calze speciali e a volte una ginocchiera: tutto questo, unito alla protesi, esercita molta pressione sulla gamba. All’inizio non la sopportavo e mi toglievo spesso le protesi, perché avevo la sensazione che la gamba venisse schiacciata. Ma sono molto testardo, quindi ho fatto di tutto per superare quel disagio e abituarmi, provando a tenere le protesi sempre più a lungo. Il primo mese è stato il più difficile, perché il mio corpo aveva bisogno di tempo per adattarsi.

Non c’è stato quasi nessun momento moralmente difficile. Ricordo solo che, quando mi hanno dimesso dopo la riabilitazione ed ero ancora sulla sedia a rotelle, sono entrato in casa e ho capito che tutto sarebbe cambiato e che non sarebbe stato più semplice come nella mia vita precedente.

Olya: “Hai parlato dell’organizzazione della vita e della quotidianità. Cosa puoi dirci del supporto materiale? Esistono sussidi statali per i veterani o programmi dedicati per l’impiego? Come fanno le persone come te a trovare un lavoro?”

Sasha: “Per quanto riguarda l’aiuto finanziario, ho ancora lo stipendio da militare. Più avanti riceverò la pensione da veterano e quella per la disabilità. Ma vorrei comunque trovare un lavoro e mantenermi da solo. Per fortuna, esistono molte organizzazioni e fondazioni pubbliche che aiutano i veterani e i militari a imparare una professione. E, a volte, anche a trovare lavoro.

Da quanto ho visto, le aziende assumono i veterani senza alcun problema, ma prima dobbiamo formarci.

Olya: “Hai detto di non aver notato difficoltà a trovare lavoro da parte dei veterani. Hai mai avuto invece problemi a livello sociale, ad esempio pregiudizi o stereotipi sulle protesi?

Sasha: “Non ci sono pregiudizi così forti, al momento, ma prima la situazione era peggiore. Molte persone pensavano che in Ucraina le protesi non esistessero proprio, oppure che ce ne fossero solo di scarsa qualità. Pensavano che le uniche protesi che esistevano fossero le gambe di legno, tipo quelle dei pirati. Oggi questi falsi miti si sono ridotti di molto, ma esistono ancora.

Per esempio, conosco molti casi di persone che pensavano di poter ricevere una protesi solo all’estero, mentre è possibile averne di qualità anche qui in Ucraina. Ovviamente, nel caso delle amputazioni di braccia intere o gambe al di sopra del ginocchio, le protesi necessarie si trovano all’estero. Purtroppo, per ora, l’Ucraina non è in grado di fornire protesi di questo tipo, che devono ristabilire una mobilità completa dell’arto per permettere di vivere normalmente.

Olya: “In generale, Sasha, pensi che la società ti supporti e ti accetti completamente? Tu stai facendo un sacco di cose: scrivi un libro, hai ambizioni, una missione, un piano… Se dovessi “inciampare”, pensi che la società ti aiuterebbe a rialzarti?

Sasha: “Vedo grande supporto da parte della società e spero che la situazione migliori con il tempo. I veterani, soprattutto i feriti di guerra, ne hanno davvero bisogno.

Sono sicuro al 100% che, se fosse necessario, non avrei problemi a trovare aiuto anche da sconosciuti. Ma dipende sempre dalle singole persone. Per poter contare sull’aiuto di qualcuno, devi chiederlo ed essere pronto ad accettarlo. La società non può aiutare una persona se non sa nemmeno che quella persona ha delle difficoltà.

Olya: “Un’ultima cosa. Quali sono i tuoi piani per il futuro? Ho visto che hai iniziato a studiare danza classica e a correre. Raccontaci qualcosa di più.”

Sasha: “Non riesco ancora a ballare bene (ride), ma ci riuscirò. Vogliamo organizzare uno spettacolo e portarlo nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti. Lo sport ha sempre fatto parte della mia vita, ma ora voglio fare di più. Di recente, ho partecipato agli Invictus Games e ora voglio entrare nella squadra paralimpica di atletica.

Per quanto riguarda il lavoro, invece, voglio partecipare ai programmi di aiuti per i veterani e per le persone che hanno perso degli arti in guerra. Aiuto il Superhumans Center perché vedo quello che fanno, credo in quello che fanno e voglio farne parte. Sono sicuro che otterremo grandi risultati.

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